domenica 23 novembre 2014

Chocolate crinkles




Oggi voglia di dolcezze semplici e golose. Cosa più dolce, semplice e, ovviamente, goloso, del cioccolato. Fondente al 60%. E allora anche il più soleggiato sabato pomeriggio si trasforma in un sabato di fine novembre semi-invernale, dal gusto forte e avvolgente, pieno di sapori decisi che servono a scaldare e a coccolare. 
Ho deciso, per questa esperienza paradossale di finto inverno (che qui al sud, per ora, non accenna ad arrivare!), di sperimentare una ricetta che avevo letto e strariletto cento volte su uno dei miei blog preferiti, se non il mio preferito in assoluto, il blog di Minù ( http://lericettediminu.blogspot.it/). Un blog di classe e professionale dal quale traspare la preparazione di una neo pasticcera diplomata che affronta ogni ricetta con scrupolosa attenzione. Un blog semplice ma stupendo. Amo le sue ricette, il suo modo di trascriverle, il modo e la gentilezza con cui risponde a chiunque faccia anche la domanda più banale. E dai miei viaggi tra le sue proposte ho scelto di provare una ricetta velocissima che si è rivelata proprio come l’avevo immaginata…golosissima!
 Da varie letture ho scoperto poi che queste bontà, i Chocolate crinkles, si diffondono in rete dall’originale video ricetta di www.joyofbaking.com, chiamati da alcuni i biscotti “black & whites”, la ricetta tradotta in italiano, corredata da tanto di tabella nutrizionale e consigli pratici, è diffusa invece dall’ABC Magazine (http://www.abcmagazine.it) attraverso un utilissimo file pdf liberamente scaricabile. Insomma, ci vuole più tempo a reperirne informazioni e foto che a farli! Io non ho raggiunto in  pieno  la “spaccatura” tipica di questi biscotti/pasticcini ma sono comunque soddisfatta. 


Vi riporto la ricetta di Minù (con qualche mia osservazione):

200gr di cioccolato fondente
75gr di burro
110gr di zucchero
2 uova
250gr di farina00
2 cucchiai di cacao amaro  ( ps: io ho aggiunto qualche cucchiaio in più di cacao, l’impasto mi
                                                   sembrava troppo chiaro)
poco meno di un cucchiaino di lievito per dolci
un pizzico di sale
estratto di vaniglia

Cosa fare: 

Sciogliere a bagnomaria il burro e il cioccolato fondente.
Lavorare con le fruste uova e zucchero e aggiungerle al composto di cioccolato intiepidito.
Si ottiene un composto colloso, aggiungete a questo punto le polveri (cacao amaro, farina, lievito, vaniglia e sale) che avrete già setacciato.
L’impasto va fatto riposare in frigo fino ad ottenere un impasto simile ad una frolla. Dopodiché formate delle palline della stessa dimensione (come una noce sono perfette secondo me) e ripassatele prima nello zucchero semolato e poi nello zucchero a velo (questo serve a rendere lo strato bianco caratteristico di questi biscotti spesso e compatto).
Io ho mantenuto delle palline belle tonde, che in cottura inevitabilmente si abbassano un po’  ma mantengono una bella rotondità. Si possono anche appiattire volendo, ma il risultato secondo me non è lo stesso.
In forno preriscaldato a 170° per 9/10 minuti. Attenzione quando sfornate! Saranno morbidissimo e crepati quindi un gesto falso e li romperete! Lasciateli in placca a freddare oppure prendeteli con attenzione e fateli raffreddare su una gratella. Si conservano anche una settimana in busta chiusa.

Voilà! 

domenica 9 novembre 2014

"Incaviamo" gli gnocchi



Quando una persona cara ci lascia restano mille ricordi che cerchiamo di preservare dal tempo e dalla routine, per dedicargli un posto unico nella nostra memoria e per far si che viva in eterno nelle nostre, ma prima sue,  piccole cose che tra le tante scegliamo di tenere strette a noi. Credo che in fondo non si  smetta mai di vivere se anche solo un oggetto, una parola, un gesto, riescono a urlare forte il suo nome e farne sentire di nuovo la voce come se ci stessi suggerendo cosa fare, come se ci stesse ancora rimproverando per come “incaviamo” male i suoi gnocchi. Penso sia veramente una delle cose più belle della nostra esistenza, poter lasciare un segno. 

E in questa domenica un po’ grigia la mia cucina si dedica allo “Gnocco della nonna incavato alla forchetta”. Una ricetta che non ritroverete in nessun blog, libro, rivista o sito internet. Una ricetta che è così semplice ma così ricca di valori e ricordi che non si può spiegare nè imitare.

 Fare gli gnocchi in casa, cosi come la pasta ripiena o la pasta fresca in genere, rappresenta un momento di unione e riunione di tutta una famiglia che armata, nel mio caso, di forchetta, si riunisce intorno al tavolo da lavoro e si sporca di farina per dare il proprio contributo e poter dire : ”ehi…anche io ho fatto gli gnocchi!”. 
Forse perché la pasta  in sè è diventata un elemento usato e consumato in abbondanza, commerciale e adatto a tutte le tasche, eccellenza del Made in Italy esportata nel mondo e principessa della dieta mediterranea, forse per questo la sottovalutiamo, o meglio, la diamo per scontata. Ma quando poi ci si prova, si prendono due ingredienti, acqua e farina, e si pretende da questi di ricavarne uno gnocco alla sorrentina, allora qui si capisce la meraviglia! 
Purtroppo devo dire che non c’è veramente ricetta che possa essere trascritta che, seppure seguita pedissequamente, dia come risultato sempre lo stesso impasto per gnocchi. La temperatura dell’ambiente, il calore delle mani che lavorano, la durezza dell’acqua, la tempra della farina. Troppe variabili per poter essere precisi. E allora è qui che interviene l'abilità di chi in cucina sente e vede prima di tutto gli ingredienti tra le mani e poi, se non basta la memoria di figli e nipoti, scrive…


…inziare da 600 gr. di farina, unire poco alla volta 400 gr. di acqua calda, mescolare prima energicamente con un cucchiaio di legno, poi dolcemente a mano, solo quando l’impasto è tiepido aggiungere 1 uovo.  Cuocere, pochi alla volta, in acqua salata. Tirare via quando tornano su a galla.


Grazie nonna per questa eredità. 

venerdì 7 novembre 2014

Autunno che passi e te ne vai...


Le giornate migliori, almeno per me, sono quelle che nascono al mattino presto, crescono e si divertono per poi finire sazie e soddisfatte a sera. Ed è quello che accade se una domenica mattina decidi, anziché oziare beatamente, di seguire la tua famiglia in una giornata unica.

 Sveglia alle sette, felpe e scarpe da trekking per affrontare il primo freddo pungente e la lunga passeggiata. 

La  montagna che ci ospita, nella bassa Irpinia, è una distesa di castagneti tra curve ripide e valli a strapiombo, i cui proprietari hanno lottato, e lottano da due anni a questa parte, per preservare gli alberi di castagne dall’attacco del cosiddetto “parassita cinese”. Tanti gli alberi che non hanno resistito, tanti altri invece hanno portato avanti la lotta biologica e hanno prodotto castagne stupende. 

E alla fine di questa passeggiata…bottino ricco di circa 20 kg di castagne!!!